martedì 2 giugno 2009

Ai tiùns

non c'è paura di castrazione.
balleremo, danzeremo.
è che quando ci sono due frastorni insieme tutto è in ordine.
di tanto in tanto mi si rimprovera qualcosa. a volte è che non mi lascio andare, altre volte è che scrivo per scrivere, che in realtà non dico nulla.
e ora una tromba, un'orchestra. una cosa un po' strana, a dire il vero. strano, è così che si definisce ciò che non siamo in grado di definire. ma bello però. magari un tocco di disordine, ma bello.
ma in fin dei conti il blog è mio e ci faccio quello che mi pare. è questo il bello. per la cronaca si tratta di alber ayler. la grande storia del jazz.
non posso non tacere un fatto: sono sparite delle foto, e questo mi ha fatto stare male. non ho capito bene come sia potuto succedere, e non mi piace.
avrei tanto voluto che non ci fosse paura di castrazione, e che si potesse davvero ballare.
ma invece qualcosa nella mia testa non ha mai funzionato, e ci siamo trovati troppo spesso fermi a guardare il brutto del mondo, a pensare, a pesare. a riempirci le rispettive facce di schiaffi rossi e squillanti.
APPLAUSO
rullatina di chiusura
poi musica al contrario
stavolta sono i death cab for cutie
io li amo
sono strepitosi, sempre
non c'è una nota che non mi vada giù, vorrei essere loro
è come l'amore, vorrei essere lei, vorrei essere te, avrei voluto
ma ora sono quasi lontano, quasi sull'aereo, quasi perduto, quasi vivo
tra le altre cose al tavolo stasera si diceva che dovremmo liberare il romanticismo che è parte di ognuno di noi, lasciare che parli, che dica quello che vuole, senza paura di essere ingoiato dal buonsenso, non ci interessa.
è bello pensare ad una mansarda al sesto piano, senza ascensore.
la musica va sfumando, dopo che certe voci hanno ribadito un certo concetto abbastanza a lungo,
e poi di nuovo quegli accordi mandati al contrario, e ancora voci, ma più lontane, più di donna.
e poi rallenta, poi ti fa capire che sta finendo, ma non finisce ancora, piano piano svanisce, senza svanire, ecco ora c'è, ora quasi non c'è più, ecco.
e poi silenzio.
chitarre.
cinema show, genesis.
stiamo a sentire.
non ho memoria per ciò che conosco meglio.
ora sì, ora va meglio, accordi rassicuranti.
peter gabriel, lo odio, non ho mai tollerato la sua voce, troppe parole, troppa voce, igombrante.
sarebbe stato bello sentirli senza di lui, per sfregio.
cantina, appartamento, scale.
forse l'obiettivo è davvero quello, raggiungere il sesto piano a piedi con una sbronza sulla coscienza.
ecco phil collins, finalmente, la batteria.
troppi accordi.
vorrei invece una musica stupida, in cui non succede niente, succede poco, quello che basta.
dovrebbe essere così.
mi chiedo come sia possibile dire di conoscersi e poi non riuscire a fare le cose più naturali, come parlare, o addirittura non parlare affatto.
come quella volta, che c'era quella strana serranda di canapa e stavamo in mezzo alla strada.
na na na na na na na na na na na na na
e probabilmente stavamo in mezzo alla strada senza saperlo, e sai di che parlo.
skippo, perché è consentito farlo, i genesis durano troppo.
ecco elio e le storie tese, gimmi I.
e poi c'è bisio che racconta le barze di pierino.
skippo, skippo ancora,
e poi qualcuno che sembra stephen malkmus. mi piace lui, molto, forse mi piace perché piace solo a me.
e tutte quelle volte che non si capiva bene perché.

4 commenti:

Radio Pazza ha detto...

Sarebbe fantastico che questo fosse un audiopost per sentire le skippate

Bak

Prisma ha detto...

A volte quelli che vivi come rimproveri non sono altro che pungoli per stimolarti a tirare fuori il meglio...
E qui si vede eccome, il tuo meglio!
E sai che c'è? Sono sicura tu possa fare molto, ma moooolto di più! (e guarda che non è un rimprovero ;) )

Prisma ha detto...

(il captcha stavolta aveva dell'inquietante...)

Domhir Muñuti ha detto...

@Radio: Mi sono già impigrito, niente più audiopost! :)

@Yuki: Lo so, lo so.
Io qualche volta i captcha più belli li trascrivo in coda ai commenti. Ma ogni volta che lo faccio mi sembra di stare compiendo una qualche violazione.