lunedì 8 giugno 2009

Sim Camille



psicotico-ti
psicotico-tà

mi si sgrana di dosso la pelle, un bicchiere di cristo, frastorna, vetro molle, è l'estate che annegra.
eccola, è passata un'automobile degli anni ottanta, settanta, nemmeno:
Simca Mille
sfrecciava, coi sedili di quelli neri neri, che magari era pelle, e che dolori coi calzoni corti, e che nausea, una specie di sugo di carne, l'aria, in quei pomeriggi là, tra stecchini colorati di cotone per le orecchie, dei quali
-mi si spieghi come-
la rena era zeppa. come pietre preziose.
ero piccolo, io, ma già tutto formato, come ora, uguale.
tutto mi era già come sarebbe stato, senza ombra, senza errore.
e non esistono le cicatrici, non è il coltello.
ma c'era in mezzo anche la felicità, che è come quando mi dicevano
"siamo quasi arrivati"
e il sedile era freddo e io contavo fino a Mille. e io non arrivavo a Mille, e noi non arrivavamo mai.
Simca Mille.

2 commenti:

Radio Pazza ha detto...

Non capisco se bisogna grattarsene i coglioni quando passa oppure gridare "MILLE!"
Che bello mille, com'è pieno e tondo e fa tante rime. E poi si sposa bene con grazie ma anche camille ... o quelle son le figlie.

grazie mille
mille camille
mille stelle
stelle belle
grazie mille
mie camille
mille e mille
come lire
mille e mille
da carpire
grazie mille
stelle belle
belle come camomille
grazie ancora
vorrei dire
alla vecchietta delle mille lire

Bak

Prisma ha detto...

Io, per ingannare l'attesa del viaggio, mi spaparanzavo lunga distesa sul sedile posteriore, zampe all'aria...
Ricordo ancora l'Ami 8 di mio padre e mi piaceva da matti scavalcare il sedile e nascondermi nel bagagliaio...