domenica 2 agosto 2009

Ipse dixit

qualcuno ha utilizzato la teiera e non ha avuto cura, poi, di vuotarla di certi petali e scorze, e d'un liquido direi rosso, sicché ho dovuto provvedermi l'infuso presso una specie di bacinella di biancoccio, una conca da brodo di cane. ci ho tirato dentro una zolletta e mezza e, per non inzaccherare un cucchiaino, ho fatto ondeggiare il sacchetto dell'infuso nell'acqua appena calda, sicché quest'ultima ha assunto un colorito ambrato mentre lo zucchero migrava dalla vista al gusto.
passeggiando funambolico su per una breve rampa di scale con la ciotola tra due mani, mi sono rifugiato nella suite avvampata a sorseggiare il preparato oramai tiepido, rimarcando come i primi sorsi fossero decisamente buoni e giusti, i secondi velati di melodramandorlàmara, i terzi ed ultimi contesi tral dominio agropiccante tipico dei poli di batteria stilo e quello puttanesco del miele millefiori.
di fuori, incessante e lieve, frigge una bella pioggia verde. tant'è che mentre l'acqua si apprestava all'infusione, sono uscito a recuperare una settimana di mutande e calzini stesi a bagnarsi.

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