domenica 31 gennaio 2010

QdP


oggi è l'ultimo giorno di gennaio e non pubblicavo un post da prima di natale. da febbraio del 2009 posto almeno una volta al mese, e non ho intenzione di mancare all'appuntamento in questo primo mese dell'anno e dodicesimo mese del blog.

quand'ero piccolo non sopportavo le questioni di principio. se "per una questione di principio" mi si impediva di fare qualcosa, mi incazzavo come una iena, mi scoppiava la testa. 
sono certo che, sulla "questione di principio", i miei educatori ci abbiano talora marciato, come dire, non credo che le mie richieste andassero così spesso a cozzare con il loro senso morale, e di sicuro quelle questioni costituivano volentieri la confezione idonea a mascherare le loro insicurezze, le loro perplessità, la loro esigenza di prendere tempo per riflettere meglio sull'opportunità o meno di accontentarmi. ci può stare, tutto sommato, ma mi incazzavo perché in ogni modo io, di mio, non avevo principi, o non riconoscevo i miei principi come tali.
è buffo, perché se la mettiamo così parrebbe che il principio -che per definizione viene prima del resto- sia in realtà consequenziale al sopravvento della ragione sull'emotività, dell'età adulta sulla giovinezza, del dovere sul volere (senza entrare nel merito della volontà, che secondo me è il punto di equilibrio tra questi due ultimi).
oggidì, che sono adulto o qualcosa del genere, sono felice di poter erigere in prima persona qualche sana e salda "questione di principio" di fronte agli assalti mèrdici del caso e, soprattutto, di fronte alle altrui questioni di principio.
eppure mi piacerebbe, all'occorrenza, saper rinunciare al principio così inteso, e tornare emotivamente al principio della mia formazione, chiamiamola così, per riprendermi il diritto di piangere e battere i piedi di fronte alle ingiustizie e al dispiacere, ma anche per semplice stizza, per la rabbia di aver perso o di esserci cascato, per paura o per la scampata tragedia.
e insomma questo post, che parla di emozioni perdute, è un post pubblicato esclusivamente per una questione di principio.

2 commenti:

Prisma ha detto...

Hai proprio ragione. Le QdP sono delle inutili perdite di tempo, dei rallentamenti al nostro inevitabile scorrere nel flusso. Vabbè, senza starla troppo a menare, so di aver perso molto a causa loro. E quando dico "loro" mi riferisco anche alle mie QdP.
È pur vero che, in alcuni casi, le rinunce causate dalle altrui QdP mi hanno insegnato a incassare senza dovermi necessariamente piegare...
Magari, però, sono andata fuori tema. :) E forse mi contraddirai per una questione di principio. :) Just kiddin'! :D

Parola di verifica: di[ge]stive

Radio Pazza ha detto...

Tenere su un blog per una QdP ti porterà a chiuderlo per la stessa identica ragione ... Nella vita ci si trasforma in se stessi così lentamente da non accorgersene.

Bak