magari mi lascio condizionare dal fatto che proprio oggi, cioè ieri, ho firmato un contratto che mi lega -diciamo così- alla stanza per nove mesi ancora. è un buon motivo per amarla.
oggetivamente la stanza ha tante qualità: è spaziosa, ha un aspetto accogliente (quando il mio disordine non la trasforma in un angolo d'abisso), ha il soffitto ad angolo, come si dice, insomma è una specie di mansarda ma il vertice del tetto/soffitto è un almeno ad un metro e mezzo dalla mia testa quando sono in piedi. c'è un letto a due piazze, c'è un divano, c'è un guardaroba -fin troppo grande- che all'uopo va a sparire dietro un trittico di porte scorrevoli. c'è un armadio dove tengo solo le mutande e i calzini. c'è uno scrittoio. c'è una minuscola libreria. ci sono altri mobili che potrei francamente buttare dalla finestra. c'è un tavolinetto quadrato, verde.
ci sono, insomma, un sacco di cose; immaginatele sparse un po' in giro, più o meno geometricamente organizzate tra loro.
i difetti? è una stanza fredda d'inverno. se sia calda d'estate non so dirlo ancora, quando ho traslocato qua su -a metà luglio dello scorso anno- non faceva poi tanto caldo, a sparigi e dintorni.
e poi ci sono gli spifferi. e poi la stanza -e la casa tutta- è pericolosamente pendente: lo dissi una volta: è una piramide di gizah, una torre di pizah, questa magione. qualunque mente sublunare -direbbe il tale- mettendovi piede si accorgerebbe del suolo inclinato.
ma al di là di tutto, e qui viene il punto, al di là di tutto, dicevo, il pregio maggiore di questa stanza è un qualcosa di invisibile. è il fatto che ci si arriva un po' misteriosamente, tramite un nodo di scalette storte, arrancando. è il fatto di sentirsi davvero altrove, quando si è qui.
lei è una stanza che cancella il mondo di fuori.
è una stanza dove sei contento di stare perché sai che gli altri, nella casa, non hanno una stanza così, nascosta, appartata, un po' misteriosa, un po' così.
1 commento:
un pò la casa di Memole insomma ...
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