la voce di martin oltremura suona una specie di messa, tutta di una nota, di quelle solo parlate, che ti verrebbe da saltar fuori dalla stanza per dire, di tanto in tanto: ora pro nobis.
non fosse che poi gli scappa da ridere, ma sempre così, un po' di legno, come se nell'atto di farlo chiedesse anche un po' il permesso.
c'è da chiedersi che mai ci faccia marketa nel suo letto, marketa!, che è una ragazza simpatica, metà greca, con gli occhi stretti un po' spennellati verso le orecchie. parte domani. è sua ospite. ecco che ci fa nel suo letto.
e poi tutto sommato è simpatico anche lui, martin, anche se parla una sola lingua, ed è una di quelle lingue che io non conosco. e non è il greco, ma è bensì la lingua dell'altra metà di marketa.
io e martin siamo gli abitatori di una piramide, di una specie di giza, di casa storta, o di pisa. davide è partito in bicicletta, lontano, e io ho deciso di occupare la sua stanza, che è il doppio della mia, e non è solo un fatto di dimensioni. domani intenterò questo trasloco interno.
è come se me lo aspettassi, a giudicare dalla mia stanza attuale: mi aspettavo di dover andare a stare altrove, un piano più in su. lo si capisce dal fatto che la stanza attuale l'ho mantenuta vuota e silenziosa, in queste due settimane e mezzo. vado a stare in quella che fu di davide, partito in bicicletta, che è il doppio della mia, davide che faceva il cameriere ed è andato via, e sta un piano più in su, la camera, in questa casa grande, e che non tornerà, in questa casa a un passo dalla Piovra eppure quasi quasi spersa in mezzo ad una campagna tramontesca, che ci si sente il canto de' picchi, quasi un cartone animato, con certi soli che dire arancio è poco e dire limone è troppo.
sempre così, è, il tempo: sempre diverso, sempre marzo, ottobre. un istante sferza il cristallo di qualche brezza, con una nube, una luce seria, oggettiva; l'istante appresso ecco un pugno di caldo, un bassoventre sudato, e non è chiaro da dove venga l'abbaglio. il silenzio e subito il fragore della tempesta, un climeggiare che ahimé ricorda tanto l'andamento di una vita, qui a Sparigi. variabile.
mai e poi mai si sa come vestirsi o come spogliarsi.
ma male non si sta mai. si sta bene.
nell'intanto io mi lascio crescere la barba, che non se ne importa nessuno, né sulla metro né al lavoro, né quando prendo un panino né quando vado in banca. nessuno.
il lavoro in biblioteca è presto per dirlo, ma ha tutta l'aria d'essere leggero, calmo.
l'altro lavoro è meno spensierato e peggio pagato. ma insieme si assortiscono bene, e in soldoni lavoro poco e guadagno tra l'abbastanza e il molto. e non mi sveglio mai presto.
fine primo tempo.
5 commenti:
...finisco di postare le mie assurdità, aggiorno la bacheca di blogger et voilà! Un altro insonne a scribacchiare! :D
sempre così, è, il tempo: sempre diverso, sempre marzo, ottobre. un istante sferza il cristallo di qualche brezza, con una nube, una luce seria, oggettiva; l'istante appresso ecco un pugno di caldo, un bassoventre sudato, e non è chiaro da dove venga l'abbaglio. il silenzio e subito il fragore della tempesta, un climeggiare che ahimé ricorda tanto l'andamento di una vita, qui a Sparigi. variabile.
mai e poi mai si sa come vestirsi o come spogliarsi.
ma male non si sta mai. si sta bene.
Ma come cazzo fai a scrivere così bene??? :D
Bonne Nuit!
uh, non lo so, di certo non ho fatto la holden a torino :) il mio segreto è che non so leggere, ecco, te l'ho svelato.
riscrivo presto.
buon dì!
di certo non ho fatto la holden a torino
E menomale, aggiungo io! :D
[Nemmeno io, tra l'altro].
Et voilà ... a sorpresa, quasi a strapiombo.
Ottime notizie frere maitre, bravò.
ciaoooo
Bak
ps. e sta piramide? quale zed protegge?
non pretenderai di scoprirlo senza venire a far visita al sacerdote, mon frère..
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