chi non ha mai creduto in dio, nemmeno per un minuto
scagli la prima pietra
chi non ha mai fatto cadere un rotolo di carta igienica nella tazza del cesso
scagli la prima pietra
chi non ha mai mangiato carne e pesce nello stesso piatto
scagli la prima pietra
chi non ha mai scagliato la prima pietra
scagli la prima pietra
chi non ha mai scorreggiato in metropolitana
scagli la prima pietra
chi non ha mai insultato uno sconosciuto
scagli la prima pietra
chi non ha mai dormito quattordici ore di fila
scagli la prima pietra
chi non ha mai caricato la moka senz'acqua
scagli la prima pietra
chi non ha mai danneggiato una merce prima di comprarla
scagli la prima pietra
chi non ha mai parlato senza pensare
scagli la prima pietra
chi non ha mai pensato senza parlare
scagli la prima pietra
chi non s'è mai sentito schizzare l'acqua del water sulle chiappe andando di corpo
scagli la prima pietra
chi non ha niente da aggiungere
scagli la prima pietra
giovedì 15 aprile 2010
Stanze 3
innumerevoli volte ho parlato di questa stanza, la stanza più in alto, la mia, qui nella magione dei lillà. forse però non ne ho mai elogiato a sufficienza i pregi.
magari mi lascio condizionare dal fatto che proprio oggi, cioè ieri, ho firmato un contratto che mi lega -diciamo così- alla stanza per nove mesi ancora. è un buon motivo per amarla.
oggetivamente la stanza ha tante qualità: è spaziosa, ha un aspetto accogliente (quando il mio disordine non la trasforma in un angolo d'abisso), ha il soffitto ad angolo, come si dice, insomma è una specie di mansarda ma il vertice del tetto/soffitto è un almeno ad un metro e mezzo dalla mia testa quando sono in piedi. c'è un letto a due piazze, c'è un divano, c'è un guardaroba -fin troppo grande- che all'uopo va a sparire dietro un trittico di porte scorrevoli. c'è un armadio dove tengo solo le mutande e i calzini. c'è uno scrittoio. c'è una minuscola libreria. ci sono altri mobili che potrei francamente buttare dalla finestra. c'è un tavolinetto quadrato, verde.
ci sono, insomma, un sacco di cose; immaginatele sparse un po' in giro, più o meno geometricamente organizzate tra loro.
i difetti? è una stanza fredda d'inverno. se sia calda d'estate non so dirlo ancora, quando ho traslocato qua su -a metà luglio dello scorso anno- non faceva poi tanto caldo, a sparigi e dintorni.
e poi ci sono gli spifferi. e poi la stanza -e la casa tutta- è pericolosamente pendente: lo dissi una volta: è una piramide di gizah, una torre di pizah, questa magione. qualunque mente sublunare -direbbe il tale- mettendovi piede si accorgerebbe del suolo inclinato.
ma al di là di tutto, e qui viene il punto, al di là di tutto, dicevo, il pregio maggiore di questa stanza è un qualcosa di invisibile. è il fatto che ci si arriva un po' misteriosamente, tramite un nodo di scalette storte, arrancando. è il fatto di sentirsi davvero altrove, quando si è qui.
lei è una stanza che cancella il mondo di fuori.
è una stanza dove sei contento di stare perché sai che gli altri, nella casa, non hanno una stanza così, nascosta, appartata, un po' misteriosa, un po' così.
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